La luce è in grado di modulare l’umore tanto nel lungo periodo (si pensi alla terapia con “bagni di luce” che rappresenta una scelta consolidata nel trattamento del cosiddetto disturbo affettivo stagionale, una sindrome con manifestazioni depressive che si presenta ciclicamente a partire dall’autunno per perdurare l’intero inverno) che nell’immediato poiché ha un notevole effetto sulla percezione delle emozioni.
Ad esempio, la luce calda che tende ad avere tonalità rosate o gialle aiuta a creare un’atmosfera rilassante e accogliente. Può essere, quindi, utile per favorire la tranquillità e preparare al sonno, a maggior ragione se soffusa.
Invece la luce fredda, dai toni del blu e del bianco, rende vigili e aiuta la concentrazione tornando utile negli spazi di lavoro dove serve ad aumentare la produttività. In questo caso è bene che sia diretta e brillante in modo da rendere lo spazio più vivace, ma senza esagerare perché, se troppo forte, può attivare eccessivamente e aumentare lo stress.
Oggi esistono led intelligenti che offrono la possibilità di personalizzare l’illuminazione nelle case e negli ambienti di lavoro in modo da cambiare colore e intensità durante la giornata e ottimizzare le risposte dell’organismo in base alle diverse situazioni.
Non bisogna dimenticare, però, che l’ideale sarebbe sfruttare al massimo la luce naturale. Dunque, è bene ricorrere alle luci artificiali (più calde nelle aree di relax e più fredde negli spazi di lavoro e studio) solo quando questa non è sufficiente.
Concludendo, la luce va usata in maniera consapevole perché ha un impatto enorme su di noi dal momento che produce specifiche risposte psico-cognitive ed emozionali.
Scegliere l’illuminazione giusta per ogni momento della giornata e per ogni attività (dunque prestare attenzione al tipo di luce, alla sua intensità e al colore) è un modo facile (e tuttora poco considerato) per migliorare la qualità del nostro benessere.