Certe canzoni sono immortali.
‘La cura’, di Franco Battiato, è una di queste.
Per la melodia e anche per le parole, semplici e potenti al tempo stesso, che raccontano l’amore incondizionato, il prendersi cura dell’altra persona nella sua dimensione fisica, emotiva e psicologica.
In una società in cui tutto è precario, a partire dal lavoro, la maggior parte delle relazioni sono diventate a scadenza.
Gli impegni a lungo termine vengono sempre più raramente presi in considerazione perché amare incondizionatamente e continuare a farlo nel tempo è, in realtà, impresa assai difficile. Richiede attenzione continua, pazienza e tanto impegno.
Eppure, rimane un miracolo sempre possibile.
E non significa non vedere lucidamente i limiti dell’altra persona.
Non significa non provare mai stanchezza o preoccupazione.
Significa, però, avere un atteggiamento di benevolenza nei confronti di quei limiti, a partire dalla certezza che nessuno è perfetto
e dalla consapevolezza che accanto a quei limiti, a quei difetti, ci sono anche i pregi di quella persona.
Buon inizio settimana con la recente esibizione di Cristicchi e Amara (pseudonimo di Erika Mineo, sua compagna di vita e di arte) a San Remo. Hanno proposto una versione particolare del capolavoro di Battiato di grande intensità, arricchita da alcuni versi in aramaico del Salmo 51, uno dei componimenti più potenti della Bibbia.
Il mio consiglio è di trovare cinque minuti per isolarvi da tutto, alzare il volume, chiudere gli occhi e farvi attraversare da questa musica immensa.