Le luci UV-LED possono uccidire coronavirus umani e HIV

Le luci UV-LED possono uccidire coronavirus umani e HIVRicercatori dell’Università di Toronto hanno ucciso il coronavirus umano stagionale 229E (hCoV-229E) e il virus dell’immunodeficienza umana di tipo 1 (HIV-1) attraverso luci UV-LED alternando luce bianca e luce ultravioletta decontaminante. Lo studio è stato pubblicato lo scorso febbraio su Virology Journal.

 

Innanzitutto, i ricercatori hanno testato le luci su spore batteriche note per il loro alto livello di resistenza ai raggi UV (quelle del bacillus pumilus) e hanno notato che entro 20 secondi dall’esposizione la crescita delle spore era diminuita del 99%.
Poi hanno creato goccioline contenenti coronavirus e HIV per imitare i modi tipici in cui le persone potrebbero incontrare i virus in pubblico (tosse, starnuti, sanguinamento), le hanno quindi esposte alla luce UV e messe in una coltura per vedere se uno qualsiasi dei virus rimaneva attivo e hanno riscontrato che, con soli 30 secondi di esposizione, la capacità dei virus di infettare era diminuita del 93%. Inoltre hanno testato campioni con più particelle virali che, ovviamente, sono state più resistenti ai raggi UV; tuttavia, anche con una carica virale così alta (definita dagli autori dello studio “lo scenario peggiore”) l’infettività e comunque è diminuita del 88%.
Infine i ricercatori hanno confrontato la luce UV con due disinfettanti per impieghi gravosi utilizzati nella ricerca di laboratorio scoprendo che le luci erano altrettanto efficaci nella loro capacità di disattivare i virus.

 

DUNQUE c’è un modo semplice, efficace e non impattante sull’ambiente, tantomeno sulla vita privata delle persone, per ridurre al minimo il contagio di malattie trasmissibili nei luoghi pubblici e questo lavoro scientifico, che si aggiunge alla crescente letteratura sull’applicazione dei LED UV per la disinfezione, lo sottolinea.

 

C’è un problema, però: le luci non sono alla lunga innocue neppure per il corpo umano, i raggi UV infatti danneggiano l’acido nucleico con un’esposizione ripetuta e prolungata. A tal proposito la dottoressa Christina Guzzo, autrice senior dello studio, precisa che le luci potrebbero essere utilizzate quando gli spazi pubblici sono vuoti, ad esempio alla sera sugli autobus che hanno terminato i loro percorsi, sugli ascensori vuoti che viaggiano tra i piani, sui corrimano delle scale mobili che potrebbero essere continuamente disinfettati inserendo luci UV nella parte sotterranea del binario pulendolo a ogni rotazione.

 

Siamo continuamente martellati da informazioni in merito a varianti, contagi e future pandemie: a maggior ragione i nostri governanti dovrebbero implementare ogni strategia di mitigazione a basso costo (i LED UV sono economici e facili da installare in apparecchi di illuminazione esistenti) e priva di effetti collaterali sulla salute delle persone (le luci UV non sono dannose se utilizzate, come sopra detto, quando gli spazi pubblici sono vuoti).