Si chiama ACETO DEI 4 LADRONI ed è un aceto antisettico che veniva usato ai tempi della peste, ma che si rivela ancora oggi un valido aiuto nella prevenzione delle infezioni batteriche e virali.
Narra la leggenda che anticamente, durante una delle tante epidemie di peste che periodicamente infestavano l’Europa, a Marsiglia quattro ladri entravano e rubavano nelle case degli appestati senza contrarre alcun contagio.
Alla fine vennero arrestati e condannati a morte, ma il giudice promise che avrebbero avuto salva la vita se avessero rivelato il segreto di come era stato loro possibile non contrarre la terribile malattia. Fu così che confessarono la ricetta di un aceto antisettico che permetteva di rimanere immuni.
Da allora questo preparato porta il loro nome.
La ricetta più conosciuta e semplice prevede l’utilizzo di salvia, rosmarino, timo e lavanda.
Le erbe triturate vengono poste in un litro di aceto con uno spicchio d’aglio schiacciato e lasciate macerare per 7 giorni prima di essere filtrate.
Durante una vacanza in Trentino ho avuto il piacere di conoscere un erborista che vive in uno sperduto paesino sulle montagne nel cuore delle Dolomiti. Lui mi ha insegnato a preparare l’aceto dei 4 ladroni in una modalità diversa utilizzando non solo le piante, ma anche le spezie.
Ecco come si procede per questa versione più elaborata:
In un litro di aceto di vino bianco o rosso si mettono 20 gr di ognuna delle seguenti piante: salvia, lavanda, menta, ruta, assenzio.
Poi si aggiungono 30 gr delle seguenti spezie: noce moscata, cannella, chiodi di garofano.
Unire anche 30 grammi di aglio fresco schiacciato.
Lasciare macerare il tutto per almeno 21 giorni scuotendo spesso per permettere agli ingredienti di amalgamarsi bene.
Dopodiché si filtra strizzando i vegetali.
Si conserva lontano dalla luce in una bottiglia di vetro scura ben tappata.
Nei periodi in cui più facilmente si può andare incontro a raffreddamenti e a malanni stagionali è utile condire le verdure con questo aceto dal sapore intenso e molto aromatico.
In realtà nei paesini di montagna alcuni anziani lo usano anche per igienizzare le mani e per massaggi sulla parte interessata in caso di dolori articolari oppure, strofinato sul petto, per aiutare ad asciugare i muchi in caso di tosse con abbondante catarro.