Abbronzatura: i rischi di quella artificiale e i benefici di quella naturale

Abbronzatura: i rischi di quella artificiale e i benefici di quella naturaleTintarella? Meglio naturale. Quella ottenuta attraverso l’uso di lettini, docce solari e lampade facciali è dovuta a radiazioni circa 10-15 volte più potenti rispetto a quelle solari e non è esente da rischi.
L’Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro dell’Organizzazione Mondiale della Sanità ha, infatti, classificato questo tipo di radiazioni artificiali come cancerogene poiché è stato appurato da diversi studi che sono in grado di produrre danni al DNA nelle cellule della pelle con un aumento del rischio di melanoma, carcinomi basali e squamocellulari. Senza considerare che l’uso dei lettini solari è stato anche associato all’invecchiamento cutaneo.
Nonostante ci siano tutte queste prove che suggeriscono la non opportunità dell’abbronzatura artificiale, in realtà è una pratica molto diffusa. Qualcuno sostiene che chi utilizza questi apparecchi artificiali ottimizza la produzione di vitamina D ma, in realtà, la vitamina D3 prodotta velocemente è altrettanto velocemente degradata, molto meglio quindi, se si è carenti, optare per supplementi orali quotidiani, se ci si trova in un periodo dell’anno in cui non è possibile integrarla naturalmente tramite l’esposizione solare.

 

Incamerare l’energia del sole è fondamentale per la nostra salute e, proprio adesso che siamo nella bella stagione, è bene aumentare le occasioni per stare all’aria aperta. I raggi del sole, tra l’altro, sono un toccasana per l’umore: si abbassa il cortisolo (l’ormone dello stress) e produciamo più serotonina e più dopamina (i nostri “antidepressivi” fisiologici). Inoltre, con l’esposizione solare riusciamo anche a dormire meglio perché i ritmi circadiani, fra cui quello veglia-notte, si riequilibrano.
Si potrebbe dire che il sole è la nostra prima ed economica medicina con effetti straordinari non solo su sistema nervoso e immunitario, ma anche su metabolismo, ossa, muscoli, pelle, occhi, apparato cardiovascolare. L’esposizione giornaliera regola anche i livelli degli ormoni sessuali, migliora la memoria ma, soprattutto, riduce il rischio di malattie del sistema nervoso centrale quali il Parkinson, l’Alzheimer e altre forme di demenza, il rischio di tumori e di tante malattie autoimmuni. In sostanza esporsi al sole allunga la vita. AL CONTRARIO, ridurre al minimo o evitare l’esposizione aumenta il rischio di morte quanto fumare (in  uno studio condotto su quasi 30.000 donne svedesi la mortalità nelle donne che evitavano il sole era circa il doppio rispetto a quelle che si esponevano).

 

Ovviamente va evitata un’esposizione indiscriminata per evitare scottature. Il che vuol dire esporsi con buon senso cioè arrivare gradualmente a 30-40 minuti di esposizione al giorno fra le 10 e le 15 (quando il sole è allo Zenit e i suoi raggi sono più corti, il momento giusto per fare scorta di Vit. D) cominciando con tempi ridotti, 5 minuti, e aumentando ogni 3-4 giorni fino ad arrivare a mezzora/40 min al dì, tenendo presente che è necessario esporsi senza filtri regolarmente, cioè tutti i giorni, ma anche con moderazione perché i raggi ultravioletti attivano una serie di risposte all’interno del nostro corpo che possono essere positive o negative per la nostra salute in funzione soprattutto dell’entità dell’esposizione. Inoltre bisogna tener presente che più è chiaro il colore della cute, minore è il tempo in cui è possibile esporsi al sole in sicurezza.
DUNQUE premunisciti con abiti coprenti in tessuti naturali e cappelli oppure cerca l’ombra per schermarti non appena la pelle inizia ad arrossarsi. Altrimenti, se vuoi prolungare i bagni di sole, è bene ricorrere alle creme solari, ma accertati che escludano materie prime dannose per la salute e per l’ambiente.