Epoca Covid, disastro sulla salute mentale dei giovani: è emergenza

Epoca Covid, disastro sulla salute mentale dei giovani: è emergenzaL’AGIA, Autorità Garante per l’Infanzia e l’Adolescenza, ha realizzato, con l’Istituto Superiore di Sanità, uno studio sulla salute mentale dei giovani dal quale risulta un boom di richieste di supporto psicologico.
Le situazioni rilevate vanno dai disturbi del comportamento alimentare alle tendenze suicide, dall’autolesionismo alle alterazioni del ritmo sonno veglia, fino a arrivare all’isolamento. Anche le funzioni cognitive hanno subito conseguenze pesanti e sono emersi disturbi legati all’apprendimento e al linguaggio.  Molto frequenti sono anche gli attacchi d’ansia e le paure di vario tipo, in particolare quelle legate al contagio.

 

Dunque si comincia a riscontrare concretamente ciò che già da subito era stato da molti sottolineato, ovvero il grave impatto che la gestione dell’emergenza sanitaria avrebbe avuto sul benessere psicofisico dei minorenni, sul loro sviluppo neurologico e sulla socialità.
Le varie misure adottate hanno, infatti, generato un aumento vertiginoso del disagio nei bambini e negli adolescenti e le risposte da parte della sanità pubblica sono state inadeguate dal momento che le famiglie, in molti casi, hanno dovuto rivolgersi a professionisti privati con conseguente disparità di trattamento data dalle condizioni economiche. Inoltre, cosa molto preoccupante, il documento evidenzia che i problemi del neuro sviluppo e della salute mentale dei giovani si stanno cronicizzando.

 

Per uscire dalla crisi l’Autorità Garante (insieme ai Garanti dell’Infanzia e dell’Adolescenza regionali e delle Province Autonome per la promozione dei patti educativi di comunità) ha formulato una serie di raccomandazioni rivolte a Parlamento, Governo, Regioni, Comuni, Istituzioni Scolastiche e a tutte le Associazioni di promozione sociale e del terzo settore (leggibili QUI), ma non basterà intervenire a posteriori, ad esempio garantendo “un numero congruo di posti letto nei reparti di neuropsichiatria dell’infanzia e dell’adolescenza” o istituendo “come previsto nel Piano infanzia, un servizio pubblico di psicologia scolastica per bambini e adolescenti nelle scuole di ogni ordine e grado, in modo che venga garantito il raccordo tra scuola e territorio in una logica di lavoro di rete”. Infatti, a nulla varranno tali propositi se in autunno, con la ripresa della stagione influenzale, ricomincerà da parte di politica e stampa la stessa identica narrazione e, da parte delle autorità, lo stesso identico modus operandi.

 

Il mese scorso, a maggio, anche il Guardian aveva dedicato la prima pagina al disagio mentale dei minori evidenziando il fatto che in Inghilterra si contano più di 400.000 bambini in cura per problemi di salute mentale ogni mese, il numero più alto mai registrato tra i minorenni.
Finché gli adulti continueranno ad avallare senza coscienza critica e volontà di approfondire qualsiasi misura adottata dalle autorità, non potrà che andare così.
A questo proposito impossibile non notare che in Italia, contro ogni evidenza scientifica e in controtendenza rispetto ad altri Paesi, le scuole e le Università hanno mantenuto la follia della mascherina fino alla fine delle lezioni. La stragrande maggioranza di genitori, insegnanti e educatori si sono tranquillamente piegati a questa imposizione stupida, per non dire vergognosa.
Del resto, come non considerarla tale, se in luoghi ben più affollati, come le discoteche o i supermercati, a un certo punto (e giustamente) si è potuto entrare liberi di respirare in modo normale?

 

Inutile fare proclami a difesa dei minori a parole, se poi con i fatti li si continuano a violentare. Viene il dubbio che, semplicemente, tutto questo sia voluto.
Ai minori vengono imposte mascherine e limitazioni giusto per abituarli al silenzio e all’obbedienza.
E, probabilmente, a qualcuno fa piacere che crescano fragili e mentalmente volubili così che, un domani, non possano esserci adulti forti e consapevoli in grado di compiere scelte e azioni troppo incisive.