4 nemici dell’intestino

Sono molte le sostanze in grado di alterare significativamente il buon funzionamento dell’intestino e di conseguenza incidere sul nostro complessivo stato di salute.

Alcune sono presenti nella comune alimentazione per fini di conservazione del cibo, di buon aspetto e di industrializzazione. Infatti dal dopoguerra la nostra dieta è molto cambiata passando dai cibi freschi, locali, ricchi di fibre, per lo più preparati in casa e assunti in quantità giuste (non eccessive), a cibi confezionati sempre più processati e manipolati, pieni di additivi e consumati spesso in quantità superiori alle reali necessità.

 

ECCO ALCUNI ‘NEMICI’ DA TENERE ALLA LARGA. SONO SOSTANZE CHE, SEPPUR LECITE, IMPATTANO NON POSITIVAMENTE SULLA FLORA BATTERICA INTESTINALE:

 

SOLFITI. Sono additivi per birra, vino, frutta secca, succhi, carni e alcuni prodotti in scatola, pesce, frutti di mare. L’esposizione a queste sostanze, dunque, può essere frequente con ricadute importanti sul microbiota orale e intestinale dal momento che sono in grado di alterarne il corretto equilibrio. Ad esempio il bisolfito di sodio e il solfato di sodio danneggiano i lactobacilli casei, plantarum e ramosus che sono batteri benefici del nostro intestino determinando la crescita di patogeni che inducono nausea, vomito e irritazione della mucosa gastrica. Invece ad altre persone l’esposizione al solfito provoca reazioni allergiche e altri sintomi come dermatite, arrossamenti, orticaria, dolore addominale e diarrea.

 

PESTICIDI (erbicidi, insetticidi, fungicidi). I loro residui sono presenti in molti alimenti che mangiamo ogni giorno – se non provenienti da agricoltura biologica che ne esclude l’utilizzo – e la loro tossicità è legata alla quantità totale che ne assumiamo nel tempo. Sempre più numerosi studi, infatti, evidenziano il rischio di sviluppare problemi nel sistema nervoso e in quello ormonale a causa della sovraesposizione a queste sostanze che alterano pesantemente il microbiota intestinale distruggendo i batteri buoni (come lattobacilli e bifidobatteri) che vengono sopraffatti da quelli cattivi. Di recente si è parlato anche della natura diabetogenica degli organofosfati che sono sostanze ad azione insetticida usate frequentemente  perché biodegradabili (secondo uno studio del 2017 pubblicato su Genome Biology gli organofosfati, mediati dal microbioma intestinale, inducono iperglicemia che favorisce il diabete).

 

EMULSIONANTI. Sono sostanze semisintetiche che spesso vengono aggiunte per rendere più stabili nel tempo le emulsioni alimentari. Mi riferisco ad esempio agli acidi grassi mono e digliceridi e agli esteri di acidi grassi, solo per citarne un paio. Secondo la Società Italiana di Biologia Sperimentale in questa categoria sono da ricomprendere anche alcuni derivati naturali come le saponine, i glicolipidi e gli acidi grassi idrogenati.

Sono tutte sostanze che causano disbiosi e aumentano la permeabilità intestinale, una condizione in cui l’intestino diventa poroso e meno capace di fungere da barriera a cibo, batteri, funghi e allergeni con i quali costantemente viene in contatto.

 

ENZIMA TRANSGLUTAMINASI. L’industria alimentare vi ricorre a volte per migliorare la struttura e il volume dei prodotti da forno ma anche per i cibi trasformati come la carne lavorata e alcuni prodotti caseari. Ci sono studi che evidenziano che anche questo additivo è in grado di causare disbiosi e alterare la permeabilità intestinale.

 

PER CONSERVARE IN BUONO STATO IL NOSTRO MICROBIOTA INTESTINALE È FONDAMENTALE MANGIARE BENE, CIOÈ FORNIRE CIBO SANO AI NOSTRI BATTERI. Dal loro stato di salute dipende non sono la corretta digestione degli alimenti, ma anche la nostra immunità e il nostro benessere mentale. C’è infatti un rapporto stretto tra intestino e cervello (non a caso si parla di asse intestino-cervello) e la connessione è bidirezionale:  un intestino in squilibrio invia segnali al cervello, proprio come un cervello in disordine invia segnali all’intestino. Questo vuol dire che alla base degli stati ansiosi o depressivi può esserci a volte anche un disagio gastroenterico, così come può succedere che, se siamo agitati e in tensione, possiamo avere problemi intestinali o di stomaco.

 

Concludendo è più che mai importante, quando si va a fare la spesa, leggere le etichette e scegliere prodotti e ingredienti di stagione e di qualità, privi il più possibile di additivi. Sarebbe meglio anche cucinare la maggior parte dei pasti a casa così da sapere esattamente cosa si sta mangiando.

Alle persone che seguo cerco anche di far capire che l’alimentazione, per quanto corretta, non è però tutto. È necessario anche avere uno stile di vita sano. Quando serve, poi, l’utilizzo di probiotici specifici può essere utile per ritrovare l’equilibrio a partire dalla flora intestinale.