I calici commestibili di Hibiscus Sabdariffa (pianta originaria dell’India e della Malesia conosciuta anche come karkadè) sono da tempo usati nella medicina popolare per curare molti disturbi ed esistono tanti studi, sia in vitro che in vivo, che ne hanno evidenziato i benefici per la salute umana.
Gli effetti terapeutici sono stati associati alla presenza di molti componenti bioattivi, tra cui acidi fenolici, flavonoidi, antociani, acidi organici e sono riassunti da un’interessante revisione della letteratura che mostra come, sotto forma di estratti, infusi, decotti o capsule, i calici di HS possano essere utilizzati come terapia naturale per prevenire e controllare diverse problematiche di salute, ad esempio, l’ipertensione; i valori elevati di colesterolo, trigliceridi e glicemia; il sovrappeso e l‘obesità.
Soprattutto, questo lavoro mette in evidenza l’attività antipertensiva del karkadè, riportando vari studi che mostrano che il consumo quotidiano di due tazze di infuso di HS oppure di 2 capsule a base di polvere di HS, sia al mattino che alla sera per circa un mese, è in grado di avere un impatto positivo sulla pressione sanguigna sistolica e diastolica con un effetto simile a quello dei farmaci.
Secondo gli autori, l’Hibiscus Sabdariffa potrebbe essere “un’alternativa naturale disponibile, facile da preparare e a basso costo per controllare la pressione arteriosa in soggetti ipertesi da lievi a moderati senza effetti avversi”. Invece, sarebbero necessari ulteriori studi, con dosi su larga scala e più elevate, per convalidare efficacemente le proprietà ipolipemizzanti e ipoglicemizzanti di questa pianta e anche per trovare il dosaggio ottimale per la riduzione del peso corporeo e il miglioramento della steatosi epatica.
Prima di concludere questo breve post ricordo che in letteratura sono state riportate diverse altre attività positive dell’HS: antiossidante, antiproliferativa (grazie alle proprietà apoptotiche di varie sostanze fitochimiche presenti), citotossica, neuroprotettiva, ansiolitica, antidepressiva, antinfiammatoria, antianemica, epatoprotettiva, gastroprotettiva e antiulcera. Sono state segnalate anche importanti proprietà antibatteriche, antivirali e antiparassitarie e la cosa positiva è che, negli studi clinici finora fatti, non sono stati segnalati effetti avversi.
Si tratta, per la maggior parte, di studi in vitro e in vivo che hanno coinvolto animali (topolini, conigli, criceti, gatti e porcellini d’India); tuttavia, secondo quanto finora osservato, i ricercatori ritengono che ci sia già una buona base scientifica per approfondire ulteriormente e avvalorare l’utilizzo di questa pianta nella pratica medica.