
La cosa più importante, in un momento così delicato e speciale della vita, è avere qualcuno che ci sostenga con rispetto e competenza. Ma una donna, al momento del parto, ha anche bisogno di un ambiente intimo, silenzioso (tutt’al più armonizzato da una musica che gradisce), piacevolmente caldo e privo di estranei. Ha bisogno di potersi muovere liberamente e di scegliere la posizione a lei più adatta per partorire, di un’ostetrica esperta che rispetti i suoi tempi e i suoi bisogni ma sappia anche intervenire in modo corretto se si presentasse un problema.
In genere le sale parto di ospedali e cliniche non sono ambienti intimi e silenziosi. Spesso accade che medici e ostetriche si debbano dare il cambio, se le cose vanno molto per le lunghe. L’illuminazione al neon è forte e fredda, la temperatura è bassa. Non c’è musica, solo i dialoghi degli operatori, a volte pure a voce troppo alta.
Forse tutta la tecnologia disponibile ci dà più sicurezza. Eppure è possibile, e altrettanto sicuro, metter al mondo nostro figlio in un luogo maggiormente accogliente: la nostra abitazione.
Si parlerà approfonditamente di questa opportunità ad un convegno nazionale che si svolgerà il prossimo 29 ottobre a Milano. Obiettivo del convegno è quello dare informazioni scientifiche e esperienziali intorno ai temi della cura extraospedaliera nell’ambito della maternità. Ci saranno ostetriche di varie regioni tra le relatrici e altri professionisti coinvolti nel contesto socioculturale legato alla nascita.
La partecipazione al convegno è gratuita ma, entro il 15 ottobre, è necessario compilare e inviare il modulo di iscrizione, come indicato in questa pagina www.nascereacasa.it dove è possibile leggere anche il programma.
Il parto in casa è una possibilità in più e, probabilmente, non tutte le donne la percepiscono come una scelta giusta.
Quello che mi sento di consigliare è di informarsi molto durante i primi mesi della gravidanza in modo da poter scegliere con consapevolezza come e da chi farsi seguire e dove partorire.