(Karachi, Pakistan) ha indagato i potenziali effetti della combinazione di zafferano e camomilla sulla depressione. Gli stami di zafferano contengono un gran numero di agenti bioattivi (ad esempio crocina, crocetina e carotenoidi) che già in passato hanno mostrato proprietà antiossidanti, antinfiammatorie e antidepressive. Anche la camomilla è conosciuta da tempo per le sue numerose proprietà: non solo antinfiammatorie e neuroprotettive, ma anche antiossidanti, antitumorali, antiallergiche e antimicrobiche (i capolini essiccati dei suoi fiori contengono molti componenti attivi tra cui apigenina, quercetina, patuletina e luteolina).
Questo studio, randomizzato, aperto, in cieco, ha compreso 120 partecipanti assegnati in modo casuale al controllo (n=60) e al test (n=60). I partecipanti al test hanno ricevuto bustine di tisane due volte al giorno per un mese (20 grammi di camomilla e un milligrammo di zafferano) insieme a farmaci di routine, mentre i partecipanti al controllo hanno ricevuto solo i farmaci allopatici. I campioni di sangue sono stati prelevati prima e dopo il trattamento e, alla fine, i ricercatori hanno riscontrato che i sintomi depressivi sono migliorati significativamente con le erbe che, non solo hanno ottimizzato l’efficacia dei farmaci, ma hanno anche ridotto i marcatori infiammatori per cui hanno concluso che la co-somministrazione di zafferano e camomilla è in grado di produrre un miglioramento della depressione e un miglioramento dell’efficacia del trattamento allopatico.
La depressione è caratterizzata da tristezza persistente e interruzioni delle funzioni psicosociali, a volte anche del sonno e dell’appetito, può verificarsi a qualsiasi età ed è un disturbo invalidante, purtroppo in crescita, che dipende da più fattori: la genetica può avere un suo peso, ma anche carenze vitaminiche o variazioni ormonali possono avere il loro ruolo, come pure eventi stressanti a lungo termine perché sono in grado di innescare la regolazione negativa della neurogenesi. D’altro canto non si deve dimenticare il fondamentale legame tra intestino e cervello poiché è dimostrato che un forte stato infiammatorio della mucosa intestinale e una disbiosi cronica possono determinare, nel tempo, conseguenze importanti anche sul cervello.
Esistono diverse linee di farmaci per il trattamento della depressione, tuttavia l’uso cronico è anche associato a una serie di effetti collaterali tra cui sonnolenza, affaticamento, nausea, perdita di peso e problemi cardiovascolari, di conseguenza un approccio terapeutico che prenda in considerazione anche nuovi rimedi derivati da composti naturali può essere molto utile per definire cure efficaci che presentino un profilo di sicurezza a lungo termine.
Il limite dello studio sopra citato è che è stato condotto su un campione piccolo, per questo occorre evitare di generalizzare subito i risultati, ma indubbiamente sarebbe bene riconoscerli e da qui ripartire per ulteriori conferme.
N.B.
Qualsiasi terapia che si proponga di affrontare efficacemente i disturbi psicologici e neurologici, da quelli più lievi e moderati fino a quelli più gravi, non può prescindere da un cambiamento anche dello stile di vita e soprattutto delle abitudini alimentari. Aumentare i batteri buoni intestinali, attraverso un’alimentazione più attenta, è un passo fondamentale. Qualche spunto a riguardo in questo precedente post.