Ci sono due tipi di medicina: quella degli schiavi e quella degli uomini liberi.
La medicina degli schiavi deve rimuovere rapidamente il sintomo perché gli schiavi possano tornare al più presto a lavorare.
Quella degli uomini liberi cerca di capire il sintomo, il suo significato per la salute del corpo nella sua unità indivisibile, per giungere all’equilibrio di tutta la persona.
(Platone)
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In realtà oggi la maggior parte delle volte vediamo applicare la medicina cosiddetta sintomatica.
Le stesse persone la preferiscono perché è più facile e rapido occuparsi dei sintomi mentre, al contrario, richiede tempo e fatica risalire alla vera causa e poi, una volta che questa è stata trovata, intraprendere un cambiamento.
Il punto, infatti, è questo: siamo disposti a capire e a cambiare?
Cercare di capire e poi, di conseguenza, prendere la decisione di cambiare la propria vita è molto impegnativo.
Richiede di mutare i nostri atteggiamenti mentali negativi, il nostro modo di mangiare, i nostri comportamenti consolidati, tutti gli schemi che ci hanno accompagnato ogni giorno per tanti anni.
Il lavoro che deve essere fatto, dunque, è molto duro, ma è l’unico che può portare alla guarigione vera.
È inutile, infatti, pretendere di guarire, se si vuole restare attaccati alle vecchie abitudini perché è a causa di queste che ci siamo ammalati.
LA GUARIGIONE, allora, non è altro che un cammino fatto di ricerca incessante dentro se stessi.
Ma è anche ricerca fondamentale del medico giusto, quello che – oltre alla competenza e alla visione olistica – abbia anche due qualità umane importantissime: l’empatia e la compassione, perché solo capendo la peculiarità del caso e dell’individuo si potrà fare quel bene che è lo scopo unico e vero dell’Arte Medica.