Statine e insufficienza renale: uno studio fa il punto sui possibili rischi

Statine e insufficienza renale: uno studio fa il punto sui possibili rischiLe statine vengono prescritte per abbassare il colesterolo alto e molte persone le assumono. Tra le statine la rosuvastatina è stata già collegata in passato a segni di danno renale come ematuria e proteinuria (segnalazioni in tal senso erano già state fatte al momento della sua approvazione da parte della Food and Drug Administration statunitense) e c’è uno studio pubblicato sul Journal of the american Society of Nefrology che evidenzia che questo farmaco, specialmente a dosi continuate o troppo elevate, può avere effetti dannosi permanenti sui reni.

 

I ricercatori hanno analizzato i dati delle cartelle cliniche elettroniche di 152.101 nuovi utilizzatori di rosuvastatina e di 795.799 nuovi utilizzatori di un’altra statina, l’atorvastatina, dal 2011 al 2019.
In poco più di 3 anni il gruppo di studiosi ha identificato ematuria nel 2,9% dei pazienti e proteinuria nell’1% dei pazienti rispetto all’atorvastatina e ha riscontrato che la rosuvastatina è associata a un rischio maggiore dell’8% di ematuria, del 17% di proteinuria e del 15% di sviluppare insufficienza renale con il rischio di successivi interventi impegnativi come la dialisi o il trapianto. I ricercatori hanno inoltre osservato che i rischi aumentano se si alza il dosaggio.
Questo studio suggerisce dunque la necessità di una maggiore attenzione nella prescrizione e nel monitoraggio della rosuvastatina, in particolare nei pazienti che già soffrono di problemi renali.

 

N.B.
I farmaci contro il colesterolo andrebbero utilizzati solo dietro prescrizione medica, su una ridottissima percentuale di popolazione, cioè solo da quei soggetti che, avendo dei valori realmente elevati, non riescono a ritornare nella norma con la dieta o con altri comportamenti adatti e soprattutto se presentano anche altri fattori di rischio molto ben definiti (ad esempio pressione alta, sovrappeso, obesità, glicemia alta, trigliceridi elevati, omocisteina alta, fumo).
In generale i migliori strumenti per prevenire ed evitare problemi cardiovascolari sono uno stile di vita condotto con un’alimentazione equilibrata e un’attività fisica costante (almeno 30 minuti al giorno). Muoversi tutti i giorni è uno dei meccanismi più importanti per ridurre il colesterolo “cattivo” e aumentare il colesterolo “buono“. L’alimentazione dovrebbe essere ricca di sostanze vegetali a partire da frutta, verdure e cereali integrali e si dovrebbero selezionare i grassi evitando le margarine e i grassi industriali e prediligendo quelli che si trovano nel pesce e nei semi oleosi.
Infine bisogna tener presente che il colesterolo svolge anche funzioni utili: è infatti presente in tutte le nostre cellule, il nostro cervello ne contiene quantità molto elevate (poiché senza di esso non potrebbe funzionare) e la maggior parte dei nostri ormoni è prodotta a partire dal colesterolo. Infine il colesterolo HDL (quello cosiddetto “buono”) si occupa di impedire il generarsi di processi di arteriosclerosi tenendo libere le arterie. Di conseguenza come sono da tenere sotto controllo valori troppo elevati, così anche se il colesterolo è troppo basso possono esserci rischi seri per la salute.