L’attività fisica influenza anche la composizione del microbiota intestinale

L'attività fisica influenza anche la composizione del microbiota intestinaleIntensità e durata dell’attività fisica sono in grado di influenzare positivamente la composizione del microbiota intestinale. Lo ha messo in evidenza uno studio italiano che è stato pubblicato sul Journal of the International Society of Sport Nutrition.
Condotto su un gruppo di studenti universitari maschi sani non atleti, il lavoro scientifico è nato dalla collaborazione dell’Università di Urbino, dell’Università Telematica San Raffaele e del reparto di gastroenterologia dell’Ospedale Casa Sollievo della Sofferenza di San Giovanni Rotondo.

 

La ricerca è piccola, condotta solo su 17 persone, ma mostra che poco più di due mesi di allenamento ad alta intensità sono sufficienti per modulare la composizione del microbiota intestinale con effetti benefici sulla salute in generale. Gli studenti sono stati sottoposti a 36 sessioni di allenamento di ciclismo indoor per nove settimane e al termine della sperimentazione è stato osservato un sensibile miglioramento della flora batterica intestinale in merito a ricchezza e varietà.

 

C’è da dire che il periodo di allenamento ha promosso una modulazione spontanea delle scelte alimentari nei partecipanti che hanno assunto più proteine, carboidrati, frutta e verdura.
La dieta è notoriamente un fattore importante che influenza il microbiota intestinale e molti studi scientifici l’hanno nel tempo dimostrato. Come, del resto, ci sono già stati in precedenza alcuni studi che hanno suggerito che il microbiota intestinale può essere influenzabile dall’attività fisica.

 

Un limite di questo studio è rappresentato dunque dal fatto che non è stato possibile dedurre se le variazioni positive della composizione microbica riscontrate sui partecipanti fossero legate solo ad un effetto dell’esercizio, al cambiamento dietetico (determinato dall’esercizio) o a una combinazione di entrambi i fattori. “Una comprensione più approfondita di questo punto” – scrivono gli autori – “dovrebbe essere di primaria importanza per gli studi futuri”.

 

Una cosa è certa: sia l’attività fisica regolare che un’alimentazione sana (ricca di fibre, vitamine, minerali e povera di alimenti infiammanti (ad esempio cibo industriale e farine raffinate) sono di giovamento per la flora intestinale e per l’organismo intero e rappresentano quindi entrambe buone abitudini da integrare, laddove manchino, al fine di fare una prevenzione veramente efficace.