Ruolo preventivo e terapeutico della vitamina D nella battaglia contro il coronavirus

La carenza di vitamina D, che in Italia interessa una vasta fetta della popolazione, soprattutto anziana, potrebbe rappresentare un fattore di rischio per la Covid-19, l’infezione causata dal nuovo coronavirus. 

Nelle ultime ore questa notizia è rimbalzata in rete e anche alcune autorevoli testate se ne sono occupate. 

Ho reputato opportuno approfondire l’argomento. 

Ringrazio il Dottor Massimo Orlandini, medico fiorentino, omeopata ed esperto in trattamenti con vitamina D nelle malattie cronico-degenerative e autoimmuni, che ha accettato di essere intervistato. Ecco le informazioni che ho raccolto, le condivido con voi:

 

Dottor Orlandini la vitamina D avrebbe un ruolo nella gestione della pandemia da Covid-19, perché?

“La vitamina D svolge un fantastico ruolo di regolazione del sistema immunitario, in tutte le sue funzioni. Chi ha buoni dosaggi di questo ormone nel sangue ha un sistema immunitario più efficace ed è quindi meno predisposto a prendere una qualunque infezione, compresa quella da Covid-19 e anche nel caso in cui la contragga, riesce a combatterla con maggior efficacia. 

Che la vitamina D abbia un ruolo così importante sul sistema immunitario è risaputo dalla comunità scientifica internazionale ormai da qualche decennio e nei più conosciuti archivi di pubblicazioni mediche si possono trovare diverse migliaia di lavori scientifici redatti dalle più importanti università del mondo. Nello specifico dell’infezione da Covid-19, ci sono già alcune università come quella di Torino ed altri ospedali, che stanno verificando un’importante carenza di vitamina D nei pazienti che sono risultati positivi al tampone e stanno cominciando a somministrarla, anche se non so a che dosi.  

Una complicanza dell’infezione da Covid-19 è la polmonite interstiziale, determinata, fra i vari fattori, dalla produzione eccessiva dell’Interleuchina 6 da parte del sistema immunitario reso ‘caotico’ dal virus. Questa citochina provoca una abnorme infiammazione a livello polmonare, fino a configurare purtroppo situazioni molto gravi, che possono portare all’obbligo di una respirazione assistita o addirittura all’esito del paziente. 

Una delle funzioni efficaci di alti dosaggi di vitamina D è proprio quella di regolare fino a livelli normali la produzione di questa citochina, riducendo quindi le conseguenze respiratorie. È lo stesso meccanismo che porta all’infiammazione articolare nell’artrite reumatoide, motivo per il quale si sta sperimentando l’uso del Tocilizumab, farmaco approvato dalla FDA americana nel 2010, con l’inconveniente che si devono usare dosi che comportano gravi effetti collaterali. La vitamina D ad alti dosaggi invece non ha nessun effetto tossico”.

 

Dunque si potrebbe parlare di ruolo preventivo o  terapeutico della vitamina D?

“Alla luce di quanto appena detto si può comprendere come la vitamina D svolga un ruolo fondamentale sia nella prevenzione che nella terapia. È il nostro sistema immunitario che ci difende dalle infezioni ed è sempre lui che ci fa guarire. Se lo mettiamo nella condizione di lavorare bene, ci si ammala meno e, qualora accada, si guarisce più rapidamente e con manifestazioni minime”.

 

Al di là del ruolo nella riduzione del rischio di infezioni respiratorie di origine virale incluse quelle da coronavirus e della sua capacità di contrastare il danno polmonare da iper-infiammazione che ruolo ha, in generale, la vit D verso il sistema immunitario?

“Provate ad immaginare il nostro sistema immunitario come un’orchestra. Ogni componente è come un musicista. Sono tutti musicisti molto esperti e virtuosi, ma quando manca la vitamina D è come se mancasse il direttore d’orchestra e quindi si può rischiare che i bravi musicisti suonino in modo casuale, senza seguire lo spartito. Il risultato non sarebbe una sinfonia, ma un grande frastuono. Questo è quello che accade nelle malattie auto-immuni, dove addirittura il proprio sistema attacca il corpo stesso. La vitamina D regola, come farebbe un direttore d’orchestra, le funzioni del sistema immunitario, riportando ordine nelle funzioni. Quindi non è un immunodepressore, come sono la maggior parte dei farmaci utilizzati nelle malattie del sistema immunitario. La vitamina D non va quindi a cercare di zittire i musicisti, ma riporta la loro attenzione allo spartito e alla musica d’insieme”.

 

Oggi c’è una diffusa carenza di vitamina D come mai?

“Oggi possiamo affermare, secondo le ultime ricerche pubblicate, che circa l’80% della popolazione europea è carente di vitamina D. Il motivo principale è legato alla pochissima esposizione al sole. 

Consideriamo prima di tutto che i raggi solari che ci fanno produrre vitamina D sono gli UV-B della frequenza compresa fra i 290 ed i 315 nm che sono presenti in Italia solo in certi periodi dell’anno, da giugno a settembre circa. Quindi è scontato che durante l’inverno si diventi carenti. In più sono cambiate molto le nostre abitudini di vita: si sta meno all’aria aperta, passiamo molte ore in ufficio o in qualche centro commerciale e quindi abbiamo notevolmente ridotto le occasioni di esposizione. 

L’altra integrazione di vitamina D potrebbe provenire dagli alimenti, ma non può essere sufficiente per due motivi fondamentali. Uno perché la vitamina D, essendo liposolubile, è presente negli alimenti grassi, maggiormente animali che vegetali (dove è presente la vitamina D2 e non la D3, che è meno efficace) e purtroppo siamo condizionati dall’idea che i grassi facciano male con la conseguenza che negli ultimi decenni sono stati notevolmente ridotti nelle nostre diete. Il secondo motivo è comunque legato alla quantità di vitamina D presente negli alimenti. Considerate che l’alimento in assoluto più ricco di vitamina D è l’olio di fegato di merluzzo (1 cucchiaio corrisponde a 1360 U.I. di vitamina D) e per arrivare alle 10.000 U.I. giornaliere che un adulto sano dovrebbe prendere, ci vorrebbero 6/7 cucchiai di questo olio. Va da sé che non possiamo farlo”.

 

Vogliamo comunque ricordare quali sono gli alimenti più ricchi di vitamina D?

“Gli alimenti che contengono buone dosi di vitamina D possono essere ben raffigurati con uno schema:

Come dicevo prima, per mantenere nel sangue buoni valori di vitamina D, un adulto sano deve prendere 10.000 U.I. al giorno. Arrivare a queste concentrazioni solo attraverso l’alimentazione è veramente uno sforzo impossibile. Se comunque mettiamo in sinergia i nostri sforzi alimentari, con l’attività all’aperto (quando possibile) e con i giusti integratori, possiamo permettere al nostro organismo di funzionare al meglio con la giusta vitamina D circolante.” 

 

Dunque come tenere sotto controllo i livelli di vitamina D?

“A parte l’estate in cui basta esporsi per 20 minuti al sole, anche solo gambe e braccia scoperte, per permettere al nostro organismo di produrre 10.000 U.I. di vitamina D, nel resto dei mesi dell’anno è molto difficile avere dei buoni livelli di vitamina D. Non basta purtroppo fare attività all’aperto, esporsi nelle giornate di sole e mangiare cibi grassi o nei quali sia stata aggiunta la vitamina D. 

Bisogna ricorrere agli integratori, sempre però rivolgendosi ad un medico ‘esperto’ di questa vitamina, perché i dosaggi variano in base all’età, al peso e soprattutto alle patologie presenti o alle terapie farmacologiche già instaurate”.

 

Con cosa integrare in caso di carenza?

“Ci sono molti prodotti in commercio a base di vitamina D. Troppi! Molti sono formulati per somministrazioni bi-settimanali o addirittura mensili. Dovendo prenderla tutti i giorni, non vanno bene per i costi a cui si andrebbe incontro. Altri sono in compresse, altro errore importante, perché per essere veicolata nell’intestino, dove viene assorbita, la vitamina D deve essere disciolta in un mezzo grasso, oleoso. Il miglior mezzo è l’olio d’oliva, meglio ancora se biologico, non solo per la sua naturalità, ma perché è un mezzo consistente e resistente alla digestione gastrica, che quindi permette alla vitamina D di arrivare ‘integra’ nell’intestino. 

Un altro aspetto che dà valore all’integratore è l’origine della vitamina D utilizzata e il meccanismo di estrazione. Si deve assolutamente utilizzare vitamina D da fonte naturale, meglio ancora se non ha subito estrazioni di tipo chimico”.

 

In questo momento drammatico per il nostro paese, in associazione alle ben note misure di prevenzione di ordine generale, che indicazioni si possono dare alle persone per potenziare il sistema immunitario assicurando adeguati livelli di vitamina D ?  

“Ogni situazione, anche la peggiore, se affrontata con l’atteggiamento giusto, può essere fonte di grande beneficio e di grande crescita, per ognuno di noi, sia che ci si trovi in situazioni disagiate che in situazioni migliori. Sta a noi la scelta. Se non fosse successo tutto questo marasma nelle nostre vite, per colpa del Coronavirus, sarebbe stato sicuramente meglio, ma trovandoci comunque costretti a vivere questa quarantena, cerchiamo di trovare dentro di noi, visto che fuori non si può andare, quello che ci fa stare bene. Anche perché una volta trovato, non lo perdiamo più e ci rimane anche quando tutto sarà tornato alla norma. Dico questo perché non esiste modo migliore per rimanere in salute di quello di vivere bene con se stessi, sempre e comunque. 

Detto ciò, la Endocryne Society nel 2011 ha pubblicato una tabella di riferimento per i dosaggi di vitamina D, giornalieri, per pazienti sani:

– da 0 a 12 mesi: 1.000 U.I.

– da 1 anno a 18 anni: 4.000 U.I

– sopra i 18 anni: 10.000 U.I., soprattutto donne in gravidanza ed in allattamento”.

 

È bene associare anche vitamina C?

“L’associazione con la vitamina C non è indispensabile, ma può essere utile, soprattutto nel caso di insorgenza di sintomi influenzali, non solo legati al Coronavirus. 

Fortunatamente la maggior parte dei pazienti positivi al Covid-19 hanno dei sintomi banali, di tipo influenzale, come febbre e mal di gola. Al presentarsi di questi sintomi, l’associazione con la vitamina C aiuta a guarire meglio, ma non ha effetto sulla reazione del sistema immunitario, che potrebbe quindi in ogni caso manifestare la polmonite interstiziale dove invece, come ho spiegato, è importante la vitamina D ad alti dosaggi. 

Nel caso si debba prendere la vitamina C, è bene utilizzare Acido Ascorbico puro, da sciogliere in acqua con un po’di bicarbonato di sodio. Negli adulti si può prendere 1 gr di Acido Ascorbico, una o due o tre volte al giorno, a seconda dei sintomi, sempre col bicarbonato di sodio. Per i bambini invece si può ricorrere a fonti naturali di vitamina C come l’acerola o la rosa canina. Sottolineo, però, l’importanza fondamentale di rivolgersi sempre al proprio medico”. 

 

Nel concludere questo post ringrazio ancora il Dottor Orlandini per la disponibilità dimostrata.

Come naturopata vorrei aggiungere – e sono certa che anche lui converrà in merito – che non esistono prodotti che possono proteggerci dalle malattie infettive se non impostiamo un corretto stile di vita, se non ci nutriamo bene quotidianamente, se non coltiviamo la serenità interiore per ridurre al massimo le condizioni di stress sia personale che inter-personale, se non rinunciamo a tutto ciò che può inquinare il nostro organismo e il pianeta. 

La strada che porta alla salute richiede impegno, consapevolezza e conoscenza e a volte può sembrare faticosa. Ma vale la pena seguirla sempre.