Quando il pericolo viene dai campi

Un nuovo studio condotto dal National Institutes of Health associa l’esposizione al dicamba (un pesticida molto utilizzato nella produzione di mais e soia)  all’insorgenza di alcuni tipi di tumore

I dati evidenziano un alto rischio di sviluppare carcinoma epatico e del dotto biliare oltre che leucemia mieloide acuta fino a 20 anni dopo l’esposizione chimica.

 

I pesticidi sono sostanze di sintesi impiegate in agricoltura per controllare la crescita di erbe infestanti, insetti, funghi, batteri, virus e muffe e, a seconda della loro biodegradabilità, sono più o meno persistenti, potendo rimanere nell’ambiente per molti anni. 

Purtroppo la maggior parte della frutta e della verdura che mangiamo presenta residui di pesticidi (i prodotti maggiormente contaminati sono lattuga, mele, pesche e fragole) e il problema non si limita solo agli alimenti di cui ci nutriamo perché dal terreno queste sostanze migrano anche nelle acque superficiali e profonde. 

 

Le conseguenze sono danni per fegato, reni, sistema immunitario, sistema endocrino e cervello, oltre ad un accresciuto rischio tumorale. 

Anche l’Agenzia Internazionale per la Ricerca sul cancro (IARC) si è più volte espressa sulla pericolosità di alcuni pesticidi utilizzati in agricoltura e fra questi vi è il glifosato, abbondantemente impiegato, fra l’altro, nella coltivazione di soia e mais geneticamente modificati utilizzati come mangime per gli animali. 

I bambini purtroppo sono i più vulnerabili a queste sostanze chimiche perché hanno sistemi di detossificazione meno efficienti di quelli degli adulti e sono numerosi gli studi che dimostrano che l’esposizione a pesticidi durante la gravidanza si associa a ridotto quoziente intellettivo, aumentato rischio di disturbo dell’attenzione, iperattività, riduzione delle capacità cognitive e disturbi dello sviluppo dell’apparato genito-urinario.

 

Il mio suggerimento, quindi, è di preferire alimenti provenienti da agricoltura biologica o biodinamica. 

Quando ciò non è possibile, laviamo bene gli ortaggi e sbucciamo la frutta, consiglio che però non vale per le fragole in quanto non hanno buccia e assorbono acqua (e con essa i prodotti chimici più concentrati all’esterno) per cui dovrebbero essere acquistate sempre bio.

Abbiamo assolutamente bisogno di un cibo sano esente da prodotti di sintesi che, non solo non ci avveleni, ma che anche abbia forze di vita e capacità di risanarci.

 

Le coltivazioni bio, oltre che la nostra salute, preservano anche quella dell’ambiente e degli animali e tutelano le biodiversità, motivo in più per fare la spesa in modo consapevole e accorto.

Perché l’economia è qualcosa di molto più vicino a noi di quanto crediamo e tutti possiamo contribuire a cambiarla ogni giorno decidendo cosa comprare, dove e da chi. 

Sempre di più, nel futuro che si profila all’orizzonte, sarà importante saper fare scelte coscienti e  consapevoli.