Il 28 aprile scorso si è celebrata la giornata mondiale delle vittime dell’amianto e l’Italia è la prima, in Europa, per i morti: nel 2024 sono stati registrati 7000 decessi legati all’esposizione di questo materiale.
Un dato sottostimato, secondo l’Ona, l’Osservatorio nazionale amianto. “Spesso facciamo riferimento solo ai mesoteliomi da esposizione professionale, ma dobbiamo specificare che esistono patologie oncologiche asbesto-correlate che non sono tabellate dall’Inail. La ricerca ha dimostrato l’associazione fortissima fra amianto e tumori del pancreas, linfomi, tumori dell’apparato riproduttivo e altri. Se non li contiamo, sottostimiamo il dato statistico” ha dichiarato l’oncologo Pasquale Montilla, membro del comitato scientifico dell’Ona.
L’Italia ha messo al bando l’amianto nel 1992, ma le attività di mappatura e bonifica vanno parecchio a rilento.
Al momento si sa che sul nostro territorio sono ancora presenti circa 40 milioni di tonnellate di questo materiale tra siti industriali e edifici vari (anche ospedali, scuole, persino asili nido).
Una situazione drammatica sulla quale pesa l’indifferenza politica e anche giudiziaria.
QUI un articolo di Medicina Democratica che mostra quanto sia difficile per le vittime dell’amianto ottenere giustizia.