Giù il bicchiere

Il vino fa parte della tradizione alimentare mediterranea e, se è un prodotto di qualità, lo si può certo bere.

Con grande moderazione però.

Infatti una piccola quantità di vino durante i pasti riduce il rischio di affezioni coronariche e attenua gli effetti dello stress. Oltre una certa dose, invece, l’alcol risulta tossico.

 

In particolare per i giovani di età inferiore a 15 anni e per le donne in gravidanza

I primi non sono in grado di metabolizzare adeguatamente l’alcol.

Le seconde rischiano malformazioni per le loro creature. L’ etanolo, infatti, attraversa la placenta e arriva al feto ad una concentrazione di poco inferiore a quella ematica materna con un’azione pericolosamente negativa sui tessuti in crescita e formazione.

 

Anche le persone con epatite non devono assumere sostanze alcoliche perché l’alcol può facilitare l’evoluzione verso la cirrosi epatica. 

È opportuna l’astensione anche per chi soffre di disturbi al pancreas e per chi ha subito gastro-resezioni. 

L’uso di quantità elevate di alcol è controindicato anche nei pazienti con diabete mellito, sia per il suo contenuto in calorie, sia per la sua proprietà di aumentare la capacità ipoglicemizzante dell’insulina o degli ipoglicemizzanti orali.

 

L’alcol, inoltre, interagisce con diversi farmaci sviluppando un potenziamento o una riduzione dell’effetto creando così situazioni difficili e pericolose.

Sedativi, antiepilettici, antidepressivi, ansiolitici, anticoagulanti, antipertensivi, antistaminici, analgesici, antipiretici, antineoplastici – solo per fare alcuni esempi – interagiscono tutti con l’alcol.

È quindi sempre opportuno  leggere bene il bugiardino e informare il medico se si usano alcolici abitudinariamente.

 

Oggi, purtroppo, è molto elevato il numero di minori che consumano alcol.

Bevono per sentirsi più sicuri, più loquaci, per facilitare le relazioni interpersonali, per essere più accettati dal gruppo.

Ma i rischi sono molti e le conseguenze pesanti, sia fisiche che psichiche.  Quando l’eccessiva assunzione di alcol infatti è prolungata nel tempo, nell’arco degli anni si manifestano una serie di effetti tossici a carico dell’organismo e si va incontro ad un lento, ma inesorabile, decadimento di tutti gli organi.

 

Bere troppo fa male.

Ma gli alcolici sono troppo economici, troppo disponibili e troppo tollerati in molti paesi.

È il momento di invertire la tendenza e si deve cominciare dalla famiglia. Molto spesso, infatti, è dove si incrina il rapporto genitori-figli che i giovanissimi si danno al bere.

Del resto è controproducente iniziare a parlare dei rischi legati all’alcol ai figli in età adolescenziale, epoca in cui tutto è soggetto a critica e visto come frutto dell’esagerazione dei genitori. 

È bene iniziare per tempo, insegnare come si beve in sicurezza e come l’alcol sia qualcosa da condividere a tavola con moderazione (all’età giusta) e mai da abusare.

 

Ma, soprattutto, è necessario costruire nel tempo un rapporto che assicura presenza e colloquio. Perché, il più delle volte, i ragazzi bevono per superare difficoltà o mancanze.