Frutta antica d’autunno: le sorbe

C’è un bell’albero nel giardino dei miei genitori che in questo periodo regala gustose bontà: le SORBE, frutti quasi dimenticati, ma ricchi di proprietà e conosciuti fin dai tempi antichi.

Dioscoride e Galeno, due famosi medici greci vissuti rispettivamente nel I e II secolo dopo Cristo, impiegavano le sorbe non tanto come frutta, ma come rimedio medicamentoso.

I Romani ne apprezzavano la tenerezza e la dolcezza, soprattutto nella preparazione di liquori (è Virgilio, nelle “Georgiche”, a illustrare l’usanza di far fermentare questo frutto col grano, ottenendo la “cerevesia”, una bevanda alcolica simile al sidro).

I celti invece consideravano le sorbe cibo per gli dei e la pianta veniva considerata un amuleto contro fulmini e malefici, tanto che un ramo fruttifero veniva appeso sulla porta di casa per assicurarne la protezione. 

 

Il sorbo è longevo, può vivere sino a 5 secoli (mio padre l’ha piantato quando eravamo piccoli e mi piace pensare che lo vedranno i figli dei figli dei figli … di questa famiglia), può arrivare a quindici metri di altezza, fiorisce a maggio-giugno con bei fiori bianchi a grappolo (che piacciono molto alle api) e da cui originano frutti che giungono a maturazione proprio in questo periodo.

Le sorbe, infatti, si raccolgono a fine settembre-ottobre, ma non si consumano subito, perché occorre aspettare che il frutto diventi scuro (si ammezzisca) per poter godere del suo dolce sapore.

 

Le sorbe sono poco caloriche e contengono molte sostanze benefiche che le rendono diuretiche, astringenti, antinfiammatorie, tonificanti e rinfrescanti. 

Sono ricche di antiossidanti, fibre, vitamina C, A, B1, B2, B3, calcio, sodio, potassio e magnesio, oli essenziali, flavonoidi, acido malico, tartarico, citrico e sorbico (che ha proprietà antibatteriche) e di sorbitolo, uno zucchero che può essere trasformato dall’organismo senza l’intervento dell’insulina. 

 

Consiglio di evitare i semi: contengono un glicoside cianogenico che a contatto con l’acqua produce acido cianidrico, un composto tossico. 

Per questo motivo è bene eliminarli prima di utilizzare i frutti.