Farmaco comunemente usato aumenta il rischio di demenza

Farmaco comunemente usato aumenta il rischio di demenzaL’uso regolare di lassativi è stato collegato a un aumento del 50% di ricevere una diagnosi di demenza e, in particolare, sono i medicinali che funzionano per osmosi, cioè che assorbono acqua nell’intestino, ad essere stati associati a un rischio più elevato in base a un lavoro pubblicato sulla rivista Neurology.

 

Lo studio ha coinvolto 502.229 persone presenti nella biobanca del Regno Unito con un’età compresa tra i 40 e 69 anni senza storia di demenza, di questo gruppo 18.235 persone hanno riferito di utilizzare regolarmente lassativi, cioè di farvi ricorso nella maggior parte dei giorni della settimana. L’osservazione è durata circa dieci anni e ha evidenziato che l’uso regolare di lassativi è associato a un aumentato rischio di demenza per tutte le cause, inoltre le persone che hanno riferito l’utilizzo di lassativi osmotici hanno mostrato un rischio statisticamente più elevato.

 

L’uso di lassativi è comune, non solo nella popolazione del Regno Unito, ma anche nel nostro Paese e, in generale, in tutto il mondo occidentale.
È una pessima abitudine perché la regolarità dell’utilizzo di questo tipo di farmaci è in grado di modificare il microbiota dell’intestino con possibili ripercussioni sulle segnalazioni nervose dall’intestino al cervello attraverso il nervo vago e con l’aumento della produzione di tossine intestinali che possono influire sul cervello.

 

La dieta è la causa principale della stipsi: troppo spesso, infatti, quella dei soggetti che soffrono di questo tipo di problematica è povera di fibra e di cibi freschi, ovvero cereali integrali, legumi, vegetali e frutta. Aggiungere alimenti che contengono naturalmente fibra è, dunque, il primo contributo alimentare utile a contrastare la stitichezza.

 

Prima di fare colazione, appena alzati dal letto, è molto utile bere il succo di mezzo limone spremuto aggiunto a un bicchiere di acqua calda: risveglia la produzione di succhi biliari e pancreatici nell’intestino ed è in grado di attivare la peristalsi.
Chi non ama il gusto del limone può limitarsi alla semplice acqua calda, da sola già è utile perché invia a stomaco e colon il segnale di svuotarsi.

 

Di ulteriore aiuto sono le prugne secche (prive di conservanti). Mettendone cinque la sera nell’acqua calda si ammorbidiscono e si possono poi mangiare l’indomani mattina spezzettandole e aggiungendole a uno yogurt o al kefir, magari con fiocchi d’avena e semi di lino per un effetto lassativo ulteriore.

 

Oltre le prugne sono utili anche i kiwi (tra l’altro ricchi di vitamina C particolarmente utile nella stagione fredda), ma devono essere ben maturi e anche la pera cotta serve a favorire l’evacuazione.

 

L’intestino è il nostro secondo cervello dunque bisogna considerare che anche le condizioni emotive e psicologiche influiscono sulla regolarità intestinale, viceversa se l’intestino sta bene anche l’umore sarà buono poiché la comunicazione cervello-pancia è continua e bidirezionale. Inoltre, è importante anche la quantità di acqua bevuta durante il giorno e non si deve dimenticare che una corretta funzionalità intestinale richiede anche un adeguato esercizio fisico, almeno una passeggiata di mezz’ora quotidiana.

 

Molti farmaci possono causare stitichezza o squilibri della flora batterica intestinale, tra questi: antidepressivi e ansiolitici, antibiotici, anestetici, oppiacei, antiaritmici, antiacidi, farmaci per l’epilessia, alcuni antipertensivi, antistaminici, ipolipemizzanti. Nel caso di necessità di assunzione protratta nel tempo di uno o più medicinali appartenenti alle sopra citate categorie confrontarsi con il proprio medico di fiducia per trovare soluzioni alternative e, a maggior ragione, stare attenti all’alimentazione e allo stile di vita.

 

Infine, è bene tenere presenti due ulteriori aspetti:

– se la cistifellea non funziona bene, o non c’è più perché è stata tolta (per calcolosi, ad esempio), ci può essere stata, e forse c’è ancora, una scarsa o nulla produzione di bile con ripercussioni, sia sull’intestino (la bile è lassativa) che sullo stomaco (quando manca ci sono problemi di digestione lenta, acidità o reflusso gastroesofageo). Nel caso, andranno usati alcuni specifici accorgimenti alimentari e va anche supportato periodicamente il lavoro del fegato attraverso alcuni nutrienti ed erbe specifiche. Conseguentemente anche la funzionalità intestinale migliorerà.

– a volte, anche alcuni parassiti intestinali possono generare costipazione. Alcuni vermi, infatti, a causa della loro forma e dimensioni, possono fisicamente ostruire e parzialmente bloccare il condotto biliare e il tratto intestinale rendendo l’evacuazione difficile e non frequente. Nel caso, meglio evitare i farmaci antielmintici comunemente usati perché sono tossici e, tra l’altro, possono indurre i vermi adulti a lasciare l’intestino e migrare verso altri organi. Invece andranno preferite le erbe e le spezie vermifughe che hanno la capacità di paralizzare i vermi e lasciarli storditi, di conseguenza diventano eliminabili più facilmente con l’aiuto di un purgante (meglio se naturale). Mi riferisco, ad esempio, all’enula, all’assenzio, al noce, all’artemisia, al crespino, alla curcuma, ai chiodi di garofano, all’aglio, alla santoreggia ma, in realtà, sono svariate le erbe e le spezie utilizzabili e molte di queste sono state usate in cucina fin dall’antichità. Andrebbero solo riscoperte (con l’aiuto di un professionista preparato).