Dove vive l’amore

Dove vive l’amore Dove vive l’amore nel nostro cervello?
Conosciamo le aree del linguaggio, le aree del movimento, le aree del bisogno di mangiare, le aree che controllano il battito cardiaco; ma dove vive, nel nostro cervello, la capacità di dare amore o di sentire amore?
A questa domanda, con linguaggio chiaro e semplice, risponde la Prof.ssa Daniela Lucangeli, Ordinario in Psicologia dell’Educazione e dello Sviluppo presso l’Università di Padova, autrice di numerosi contributi di ricerca e di intervento nell’ambito dell’apprendimento, sia a livello nazionale che internazionale, e convinta sostenitrice della divulgazione del sapere scientifico attraverso il dialogo con la società.
La Prof.ssa Lucangeli ha definito la sua una “Scienza Servizievole” poiché convinta che la scienza deve uscire dalle aule universitarie e mettersi a disposizione di famiglie, insegnanti, operatori, a servizio delle nuove generazioni. A tal proposito ha ideato il Progetto “Scienza Servizievole in cammino”, un programma di conferenze, congressi e seminari.
Il testo trascritto qui di seguito è tratto proprio da uno dei tanti incontri svolti con i giovani nell’ambito della sua interessante e utile attività divulgativa.

 

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Dove vive l’amore nel nostro cervello? Sappiamo le aree del linguaggio, le aree del movimento, le aree del bisogno di mangiare, le aree che controllano il battito cardiaco; ma dove vive, nel nostro cervello, la capacità di dare amore o di sentire amore?
Ve lo dico veloce, veloce.

 

Pare che tutti, proprio tutti, TUTTI, abbiamo alcuni bisogni che senza quelli lì moriamo (a proposito di alfa privativo, della morte) e questi bisogni sono, ad esempio, mangiare, bere, dormire, fare la pipì. Quindi son quasi tutti i bisogni fisici, ma in quello stesso nucleo del cervello che tiene i bisogni fisici per la sopravvivenza – attenti a questo perché è importante che lo diciate i vostri genitori, ai vostri fratelli e ai vostri amici – accanto a quei bisogni lì, che se tu non respiri muori, se tu non bevi muori, se tu non mangi muori, lì, in quell’area del cervello che si spegne per ultima prima di morire davvero, vive il bisogno di essere amati.

 

Riassunto.
Tutti noi della nostra specie abbiamo bisogno di sentirci amati.
Senza sentirsi amati – attenti alla direzione – siamo tutti ammalati.
Cioè, non stiamo in equilibrio, non stiamo bene, non ci sentiamo bene.

 

Ci siamo? Lo ammettiamo che abbiamo bisogno di essere tutti amati?
Come dobbiamo ammettere di essere tutti nella necessità di respirare perché, se non respiriamo non si vive e, se respiriamo veleno, invece che ossigeno, ci ammaliamo; così, se noi sentiamo di ricevere giudizio, giudizio, e ancora giudizio, invece che amore, ci ammaliamo.
Mi sto spiegando?
Ci ammaliamo. Ci indeboliamo.

 

Riassunto.
Lì, in quell’area che il nostro cervello spegne alla fine, insieme al respiro, c’è il bisogno di essere amati.
Per tutta la vita continua, per tutta la vita prosegue.
Perfino nel momento in cui non c’è più la coscienza, quel bisogno lì continua.

 

Ma come facciamo se, a dare amore, non dovesse corrispondere la stessa forza?
Sono proprio gli scienziati, i neuroscienziati che, attraverso una struttura che si chiama neuroimmagine, sono riusciti a mostrare che cosa accade nel nostro cervello, non quando noi sentiamo il bisogno di essere amati, ma quando diamo amore, cioè, diamo all’altro la possibilità di ciò che priva della mors, cioè, priva della sensazione di debolezza.
Perché noi non abbiamo solo il ricevere amore, abbiamo anche l’emettere amore!

 

Riassunto.
Il ricevere amore è di tutti, fino alla fine della vita, come bisogno fondamentale.
Il dare amore viene dato pochissimo, in pochissimi tempi della vita, perché dipende da altre funzioni del cervello e deve passare attraverso la volontà.

 

Sono riuscita a rendere?

 

Riassunto.
Tutti hanno assoluto bisogno di essere amati.
Pochi emettono “Eccomi, ti rimando ciò che priva te della tua debolezza”

 

La vogliamo una rivoluzione nel mondo?

 

Se vogliamo una rivoluzione del mondo, perché voi abbiate speranza, ma proprio speranza e gioia, allora dovete chiedervi, finché siete in questa fase di età che è straordinaria, di dedicare tempo, attenzione e educazione ad emettere amore.
Atti d’amore, perché nessuno di noi è capace di amare tutto e tutti, ma gli atti d’amore sono un’altra cosa. E gli atti d’amore sono come l’acqua che beviamo, il pane che mangiamo, sono le condizioni che ci consentono la vita migliore.

 

Riassunto del riassunto.
Un atto d’amore è guardarsi negli occhi, dandosi: “Io ci sono per te”.
Un atto d’amore è prendersi la mano, non avere paura.
Un atto d’amore è dire: “Prof, ho bisogno che mi aiuti”.
Un atto d’amore è il Prof che dice: “Io ci sono per te e ti vengo a prendere fino a dove avrai bisogno di me”.