Un recente studio clinico, randomizzato e controllato con placebo, ha indagato l’efficacia dell’olio di lentisco nel ridurre l’infiammazione della mucosa e nel distruggere o prevenire la formazione del biofilm batterico in persone affette da rinosinusite cronica senza poliposi.
Questa condizione è caratterizzata da un’infiammazione dei seni paranasali i cui sintomi (congestione nasale, dolore facciale e perdita dell’olfatto) perdurano oltre le dodici settimane impattando in modo drastico sulla qualità della vita delle persone.
I ricercatori hanno arruolato cento pazienti affetti da rinosinusite cronica e li hanno divisi in due gruppi: il primo gruppo di 50 persone è stato trattato con lavaggi nasali con soluzione isotonica e gocce nasali di olio di lentisco (cinque gocce per narice due volte al giorno), l’altro gruppo è stato trattato con lavaggi nasali con soluzione isotonica e placebo.
Alla fine del trattamento, dopo 30 giorni, è stata fatta una valutazione in merito ai sintomi, alla presenza di batteri patogeni o di biofilm e alle secrezioni nasali ed è risultato evidente che l’olio ottenuto dalla spremitura a freddo delle bacche di lentisco aveva migliorato in modo statisticamente significativo sia la sintomatologia che la quota dei batteri patogeni e il biofilm da essi prodotto.
L’olio di lentisco si ottiene dalla spremitura a freddo delle bacche dell’omonima pianta, un arbusto sempreverde che cresce spontaneo nel Mediterraneo e in particolare in Sardegna. Le bacche inizialmente sono bianche poi passano al colore rosso e, alla piena maturazione (in autunno), sono viola scuro quasi nere.
Le proprietà di quest’olio sono conosciute fin dall’antichità, risulta infatti citato da Ippocrate, Dioscoride e Plinio che ne elencano i benefici per la cura della tosse e del raffreddore, ma anche in caso di altre problematiche, ad esempio escoriazioni, acne, dolori reumatici, ferite, punture di insetto.
Ultimamente stiamo assistendo a una sua riscoperta sia per uso cosmetico, sia per uso medicinale che alimentare.